Il Garante privacy censura l’uso del pennarello e del bianchetto per oscurare i dati sensibili

Con l’ordinanza n. 74 del 2 marzo 2023 il Garante privacy ha sanzionato la ASL di Bari a seguito di una segnalazione in cui è stato rilevato che sul sito internet dell’Ente sono stati pubblicati documenti recanti apprezzamenti espressi dagli assistiti, senza che fossero opportunamente oscurati i loro dati sensibili.

Infatti, nella sezione “Parlano bene di noi” del sito era possibile accedere a centinaia di file con scansioni di documenti di elogio costituiti da moduli, da e- mail e da lettere che contenevano, oltre ai dati anagrafici e di contatto degli assistiti, anche numerose informazioni relative al loro stato di salute. I dati anagrafici contenuti nei documenti erano stati coperti in modo approssimativo con il tratto di un pennarello nero oppure con il bianchetto e ciò non impediva di leggere le parti oscurate.

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Il Garante privacy stabilisce le regole di condotta per il telemarketing e il teleselling

Il 24 marzo 2023, in attuazione dell’art.40 del GDPR, è stato pubblicato il Codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling, elaborato da alcune associazioni rappresentative di committenti, call center, teleseller e list provider e da alcune associazioni di consumatori: esso è aperto alle adesioni di tutti i soggetti interessati e dovrà essere applicato anche nei rapporti negoziali con fornitori o committenti che non vi aderiscano.

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L’ABF sulla prescrizione dei Buoni Fruttiferi AD e 18P

Con la Decisione N. 575 del 20 gennaio 2023  l’Arbitro Bancario e Finanziario – Collegio di Napoli. ha nuovamente affrontato la questione della prescrizione del diritto alla riscossione dei buoni postali  serie AD istituita con DM del Tesoro del 23/07/1987.

Il ricorrente, intestatario di nr. 4 buoni fruttiferi “a termine”, del valore nominale di £ 1.000.000 ciascuno si è visto negare il rimborso nel mese di gennaio 2022, per intervenuta prescrizione del diritto alla riscossione dei titoli stessi.

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L’ABF sull’illegittima segnalazione in CRIF e la prova del preavviso

Con la decisione n.523 del 19 gennaio 2023 l’ABF – Collegio di Bologna ha affrontato il tema dell’onere della prova in un caso di segnalazione del nominativo di un cliente, nella banca dati del Sistema di Informazioni Creditizie SIC di CRIF che contiene informazioni sui finanziamenti richiesti ed erogati a privati e imprese.

Nel caso di specie, la ricorrente, avendo la necessità di accedere al credito, ha scoperto di essere stato segnalato in SIC da una società che in passato le aveva concesso un finanziamento (poi estinto) per il ritardato pagamento di alcune rate relative. La segnalazione non era stata preceduta dal preavviso dovuto in base all’art.125 comma 3 TUB e all’art. 5, comma 6 del Codice di condotta per i sistemi informativi gestiti da privati in tema di credito al consumo.

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Sanzionabile il datore di lavoro che mantiene attivo l’account di posta elettronica dell’ex collaboratore

Il Garante privacy  con ordinanza dell’11 gennaio 2023 ha sanzionato una società per non aver disattivato l’account di posta elettronica con estensione a sé  riferibile, di una collaboratrice di una società sua partner, successivamente alla cessazione del rapporto e per aver preso visione del suo contenuto.

Le due società avevano siglato un accordo per promuovere un fornitore comune in occasione di un evento fieristico. Per consentire alla collaboratrice della società partner di relazionarsi con i potenziali clienti conosciuti all’evento, la resistente, nel 2018, attivava un account di posta elettronica. Cessata la collaborazione, nel gennaio 2019, la reclamante chiedeva la disattivazione dell’account che era effettuata solo alla fine del mese successivo.

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La nuova azione rappresentativa dei consumatori

La class action, di origine statunitense, consiste in un’azione legale intrapresa da singoli gruppi di consumatori, vittime di raggiri, soprusi, disservizî, per ottenere un risarcimento per i danni morali e materiali subiti da parte delle imprese o delle società responsabili. In Italia è stata inizialmente disciplinata dall’art. 140 bis del D.Lgs. 6 settembre 2005, n. 206 (c.d. “Codice del Consumo”) come strumento utilizzabile solo dai consumatori in caso di inadempimento contrattuale, danno da prodotto, pratiche commerciali scorrette.

Successivamente,  la Legge n.31 del 12 aprile 2019 entrata in vigore il 19 maggio 2021 ha ampliato l’ambito soggettivo ed oggettivo di applicazione dell’azione di classe, abrogando le norme del Codice del consumo e trasferendo la relativa disciplina  nel codice di procedura civile (artt. art. 840 bis  c.p.c. e ss.) .

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Le modifiche alla composizione negoziata della crisi d’impresa

Le norme del d.l. n.118 del 2021 convertito nella legge del 21 ottobre 2021, n. 147 con le quali è stata introdotta la composizione negoziata della crisi sono state inglobate nel d.lgs. n.14 del 2019 modificato dal D.Lgs. n. 83/2022 recante il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII). In particolare, la composizione negoziata è disciplinata nel cap. I, Titolo II dagli artt. da 12 a 25 quinquies che delineano le condizioni di accesso e l’iter del procedimento su cui ci siamo soffermati  nell’articolo La composizione negoziata della crisi d’impresa

Dopo un anno dall’entrata in vigore della composizione negoziata che, come rilevato recentemente dal Tribunale di Ivrea in un provvedimento del 17.2.2023 non è una procedura concorsuale, Unioncamere ha raccolto ed analizzato i dati relativi all’utilizzo della composizione negoziata. Dal rapportoLa composizione negoziata della crisi d’impresa ad un anno dall’avvio emerge lo scarso appeal di uno strumento introdotto per prevenire i casi di insolvenza destinati ad aumentare a causa della crisi economica determinata dalla pandemia e, successivamente, dalla guerra.

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La redazione degli atti in Cassazione

Il 2 marzo 2023 è stato pubblicato il Protocollo sul processo civile in Cassazione siglato dalla Corte di cassazione, dalla Procura Generale della Corte di cassazione, dall’Avvocatura Generale dello Stato e dal Consiglio Nazionale Forense. Il Protocollo sostituisce quelli adottati dal 2015 al 2021 ed è finalizzato ad attuare la riforma del d.lgs. n. 149 del 2022. Come si è avuto modo di rilevare in un precedente contributo, la riforma sancisce il principio generale della chiarezza e della sinteticità degli atti nel processo civile.

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La chiarezza e la sinteticità degli atti del processo civile

La riforma del processo civile introdotta con il decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149 di attuazione della legge delega 26 novembre 2021, n. 206 intende realizzare il riassetto “formale e sostanziale” della disciplina del processo civile di cognizione, del processo di esecuzione, dei procedimenti speciali e degli strumenti alternativi di composizione delle controversie, per realizzare gli obiettivi di “semplificazione, speditezza e razionalizzazione del processo civile”, nel rispetto della garanzia del contraddittorio e attenendosi ai princìpi e criteri direttivi previsti dalla stessa legge.

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Non abbiamo paura dell’Intelligenza Artificiale

I sistemi informatici di intelligenza artificiale sono stati studiati ed elaborati sin dagli anni ’50 del 1900 (Alan Turing, “Computing machinery and intelligence”), per riprodurre o emulare alcune funzioni dell’uomo. Essi trovano applicazione in svariati e molteplici ambiti tra i quali anche quelli particolarmente creativi come la scrittura, la fotografia, la grafica ecc.

Siccome mi occupo di scrittura e, in particolare, di produzione di contenuti giuridici, mi sono chiesta se il mio lavoro sia destinato ad essere svolto in modo più rapido ed economico da un sistema di intelligenza artificiale.

Infatti, sono state elaborate decine di software specializzati nella scrittura di testi di ogni genere tra i quali ChatGPT (Generative Pretrained Transformer) sviluppato da Open AI è solo il più noto. Attraverso tali strumenti che tecnicamente sono dei chatbot, chiunque può generare contenuti in tempo reale e a costi ridotti o nulli.

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